Anna Maria Castelli e Carlos Adriàn Fioramonti presentano un viaggio nella canzone d’autore napoletana
Napoli, una città. Napoli, un popolo. Napoli, una lingua, un colore, un sapore, a volte acro, a volte amaro, a volte dolce. Molto, troppo spesso questo vero e proprio patrimonio viene ridotto ad un mero “pizza, spaghetti e mandolino” vanificando la fatica che “o paese d’ ‘o sole” quotidianamente esercita per riscattarsi agli occhi del mondo. Con questo mio viaggio non ho voluto fare niente di nuovo né di radicalmente diverso rispetto a chi mi ha preceduta,ho voluto semplicemente raccontare la mia versione dei fatti, che si propone di ricercare una via più autentica e meno “turistico-commerciale”, accompagnando lo spettatore non soltanto nell’ascolto dei brani della tradizione classica come I’te vurria vasà, Uocchie c’arraggiunate, Voce e’ notte o la bellissima ballata del ‘600 O’guarracino, ma anche di brani suggestivi come quelli resi celebri dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare o le composizioni originali di Carlo Faiello, passando da alcune “chicche” di Roberto Murolo, Teresa de Sio e Pino Daniele… senza dimenticare naturalmente i “grandi” Antonio De Curtis, in arte Totò e Edoardo De Filippo. Un viaggio, un racconto, una storia secolare che ha ancora in sé la forza della poetica e della musica di un’unica lingua: quella napoletana.
Ho scelto come commentatore e compagno musicale Carlos Adriàn Fioramonti, argentino di nascita e italiano d’adozione. L’ho scelto per il suo amore per le radici, per il folklore, per la sua straordinaria sensibilità umana ed artistica.
E, forse, con Napulìa ho deciso anche di chiudere un cerchio, una fase della mia vita iniziata ormai tanti anni fa quando mio padre emigrò allontanandomi da quella che considero ancora l’unica terra cui appartengo.